La forma riflessiva

I Verbi del Cuore

Rin-cuorar-ci


E' una parola del cuore perché la vera forza nasce dalla consapevolezza che dobbiamo quotidianamente rin-CUOR-arci. Vuol dire riprendere dal di dentro quella fiducia che si è persa perché gli accadimenti della vita, le situazioni, le delusioni, le sconfitte impietosamente ci travolgono.
Rin-CUOR-arsi vuol dire capire che nella vita si perdono le battaglie, ma non le guerre; allora ci si deve rialzare e si devono compiere quattro gesti:
- guardare avanti: ri-COR-darci che c'è più futuro che passato, che la vita continua e che vale la pena di essere vissuta;
- guardare intorno: scorgere gli occhi di fratelli e sorelle che camminano con noi, che condividono insieme l'unico destino. Vedere il mondo e lasciar-ci rin-CUOR-are dalle bellezze e dalle creature di Dio intorno a noi;
- guardare in alto: riscoprire la misericordia di un Dio che non ci abbandona né si dimentica di noi, soprattutto nel momento della fatica e della prova;
- guardare dentro: rileggere la nostra storia, talenti e opportunità che non sono disperse, ma che risiedono negli angoli più reconditi di noi stessi e di-ventano prezose risorse per tornare a sognare e per librarsi in volo.
Il gesto dell'Ultima Cena continua oggi. Il pane spezzato (corpo dato) è donato e offerto nel servizio dei discepoli di sempre. Nell'Eucaristia viviamo qui e ora del suo amore eterno, che ci è stato donato nell’”oggi” della croce. 
E’ il dono perfetto del Padre all’uomo e dell’uomo al Padre, l’unico sì totale e reciproco dell’uno all’altro. Dio fa festa perché trova il suo figlio morto e risorto e ogni figlio perduto e morto risorge ed è salvato. Dove si mangia questo pane, si entra nell’economia dell’amore e del dono. Tutti ne possono mangiare, perché il dono non conosce privilegi ed è finita la vita intesa come fame: chi mangia di questo pane, infatti, vivrà in eterno, perché associato a Cristo vive nel suo stesso amore, in obbedienza al Padre.
Se il nostro cammino era una fuga, con tristezza, oscurità, scoramento e sfiducia, ora diventa una corsa a Gerusalemme verso i fratelli, con la mente piena di luce e il cuore traboccante di gioia, di fiducia, di coraggio, di speranza. Rin-CUOR-ati da questi segni, tutti possiamo riconoscere la presenza del Vivente nella nostra vita concreta. La fede è questo rapporto vitale con Cristo (personale e non per sentito dire…). 

 

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